L’importanza di scienza e medicina nella società
Nel concitato corso degli ultimi anni, anche le persone meno inclini alla riflessione devono aver percepito l’importanza che il termine “scienza” e il suo bistrattato cugino “medicina” hanno assunto nel dibattito pubblico, tanto di livello elevato, istituzionale e culturale, quanto nel più comune consesso sociale.
Discussione che nella nostra disgraziata epoca densa di contenitori viene rappresentato in parte da appositi “salotti televisivi” e in parte dal sempre meno anarchico e sempre più censurato dibattito sui social.
Questo processo di messa al centro della scena percettiva della “scienza”, o più precisamente dell’approccio scientifico, o più precisamente ancora dell’approccio metodologico scientifico nella spiegazione dei fenomeni, ha radici invero assai più antiche, e segue un percorso di affermazione che conta millenni in termini assoluti e qualche secolo in termini di crescente accelerazione.
Un’affermazione che si avvia in circoli riservati per poi allargarsi in maniera esponenziale con la diffusione dell’istruzione collettiva, chiaramente improntata a diffondere questa modalità percettiva.
Una posizione antiscientifica: vero o falso?
Nel corso degli ultimi anni, in seguito alla mia attiva partecipazione all’acceso dibattito su alcuni fattori di questo processo percettivo, specificamente la questione vaccinale e più in generale il rapporto tra “ambito scientifico” e “ambito politico”, non mi sono state risparmiate critiche e attacchi.
Qualcuno in malafede, qualcun altro per semplice e triste incapacità, mi ha rivolto l’accusa di sostenere posizioni “antiscientifiche”. Alla stessa stregua, e dalle stesse persone, con le stesse premesse di malafede o incapacità, sono stato sovente definito “contrario alle vaccinazioni”.
Nulla di più lontano dalla realtà, come chiunque dotato di capacità cerebrali anche minime è facilmente in grado di comprendere.
Anzitutto, i vaccini sono dei medicinali, come gli antibiotici, o gli antinfiammatori, o i disinfettanti.
Non ha molto senso essere “a favore” o “contrario” a un’intera categoria di farmaci, a meno che si posseggano informazioni e competenze tali da far considerare quella intera classe di medicinali inevitabilmente dannosa.
Informazioni e competenze che io non ritengo di possedere, né mi sogno di millantare. Persino se si parlasse di una sostanza privatamente nociva e pericolosa, che senso avrebbe “essere contrario”?
Si può forse “essere contrari al cianuro”?
Distinguere la scienza da “LaScienzah”
Come racconto anche fin dalla premessa del mio libro LaScienzah (One Books), è importante cominciare ad allenarci a usare il cervello invece che ripetere slogan per ebeti: si può essere contrari a un dato utilizzo di un farmaco, con date modalità, in un dato contesto.
Come ogni altro medicinale, come ogni altra sostanza, un dato vaccino può essere utile o necessario in date condizioni, su dati pazienti, in un dato contesto. E risultare invece inutile e pericoloso su altri pazienti in altre condizioni.
Non servono lauree in medicina per capirlo, basta un minimo di buonsenso.
Figurarsi poi se sono “contrario alla scienza”. La scienza è un approccio razionale ed empirico basato sul dubbio e sulla sperimentazione che mira a capire i fenomeni e il loro funzionamento.
È grazie alla scienza se possediamo e utilizziamo conoscenze e tecnologie di ogni genere, che ci aiutano a vivere meglio in mille modi diversi, accompagnando ogni aspetto della nostra esistenza. È la scienza che ci ha insegnato come conservare il cibo in modo più sano, come riscaldare le nostre abitazioni, come spostarci più velocemente da un luogo a un altro, come scambiarci informazioni in tempo reale da un capo all’altro del pianeta.
Dunque, ovviamente no: non sono affatto “contrario alla scienza” né sono portavoce di alcuna posizione antiscientifica.
Sono però contrario a “LaScienzah“, quel fanatismo religioso neomedioevale che sfruttando qualche slogan sgangherato o qualche enunciato dal vago sapore “scientifico”, diffonde un culto triste e pericoloso basato sulla necessità di rassicurazione esistenziale, sulla fede cieca e dogmatica e sull’odio per l’eresia.
Sono contrario a questa deriva che sarebbe farsesca se non si fosse già dimostrata rovinosa tanto per la tenuta democratica e per lo Stato di Diritto, quanto per la sopravvivenza e l’autonomia economica di persone e nazioni, e persino paradossalmente letale per la stessa salute di intere popolazioni.
Cos’è “LaScienzah”?
Permettendo al lettore un contatto misurato con gli aspetti più evidenti di questa deriva psicosociale, evidenziando la pericolosità di questo patogeno della mente, mi auguro di aiutarlo a identificarne prontamente il contagio, fornire strumenti per rafforzare contro di esso le proprie difese immunitarie, favorire l’edificazione di efficaci e permanenti scudi mentali contro di esso. Il che dimostra nei fatti quanto poco io sia contrario al concetto di “vaccinazione”.
E di efficaci difese mentali – più che mai in tempi bui come questi, in cui governi di intere nazioni svoltano nella direzione di un folle autoritarismo sanitario, le popolazioni cadono preda del terrorismo mediatico e porzioni della stessa comunità scientifica vengono contagiate del fanatismo scientista – ve ne è un evidente, disperato bisogno.
Lunga vita dunque alla scienza, lunga vita al pensiero critico, lunga vita al pensiero libero e lunga vita all’approccio scientifico.
Un articolo di Stefano Re
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Classe 1970, laureato in Scienze Politiche, acquisisce una professionalità in Criminologia Applicata in anni di studio e lavoro sul campo, occupandosi di omicidi sessuali e seriali, analisi della scena del crimine, previsione del comportamento, criminogenesi, analisi criminologica dinamica dei centri urbani, gestione della crisi e modalità di intervento preventive e repressive.
Autore di saggi sulla metacomunicazione, esperto di linguaggio simbolico ed esecutivo, scrive e insegna tutto ciò che c’è da sapere sul Mindfucking, anche perché, vi piaccia o meno, lo ha inventato lui.