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Il sangue degli dèi: il misterioso sangue blu e il fattore RH

sangue degli dèi

Perché usiamo l’espressione “Sangue blu”?

L’espressione “sangue blu” ha acquisito nei secoli diversi significati.

In Sud America, per esempio, il nome di “sangue blu” è stato dato ai meticci nati dall’incrocio di indigeni ed europei (sangre azul).

E ancora: in Spagna l’antica nobiltà di origine germanica, discendente dai Visigoti (giunti tra il V e il VI secolo d.C.), era fiera di distinguersi nei tratti e nella carnagione (pallida, albina) rispetto alla plebe di pelle più scura…

Il famoso poeta francese Lamartine (1790-1869) ha usato questo termine in relazione “sangue rosso” dei Franchi e “sangue blu” dei tedeschi … semplicemente come metafora per distinguere il temperamento flemmatico tedesco, rispetto al temperamento eccessivo dei francesi.

E poi c’è l’espressione: “avere sangue blu”, che implica essere di nobile origine, da una linea alta; è una caratteristica spesso attribuita a famiglie reali, nobili o regnanti: è un modo di dire sopravvissuto nei secoli, considerato simbolico…

Il sangue delle stirpi nobiliari

Ancora oggi, quindi, non è chiara l’origine dell’espressione “sangue blu” e del perché le stirpi nobiliari fossero così chiamate… Ma si sono formulate diverse ipotesi e queste sono quelle maggiormente citate:

  • metallo nel sangue. A questo modo di dire viene spesso addotta come spiegazione l’argiria, una malattia del sangue che affligge chi assume nitrati di argento in grande quantità. A questo proposito si pensa che i regnanti contraessero l’argiria usando le posate d’argento per cibarsi;
  • l’assenza di sole. Un’altra ipotesi fa riferimento al fatto che i nobili fossero soliti rimanere all’interno dei loro possedimenti, senza esporsi al sole (a differenza delle classi meno abbienti): la loro carnagione quindi era talmente chiara da lasciare intravedere le vene, di colore bluastro;
  • l’emofilia. La terza teoria riconduce ad una patologia, l’emofilia: si tratta di una malattia ereditaria molto diffusa tra la nobiltà europea dei secoli scorsi, aggravata ulteriormente dai frequenti incroci tra consanguinei; l’emofilia determina un difetto nella coagulazione del sangue, favorendo emorragie, provocando lividi e gonfiori bluastri.

Blu: il colore del sangue degli dèi

Questo colore blu caratterizza, nel caso di molte religioni nel mondo, quasi tutte rappresentazioni di divinità. Uno degli esempi più flagranti è ovviamente il pantheon egizio che abbraccia molte dinastie, dove possiamo vedere che tutti gli dei sono rappresentati in blu! I loro corpi, i loro volti, sono sempre blu. Mentre l’intera popolazione, i nobili e lo stesso Faraone, sono rappresentati con il loro tipico colore del bronzo africano.

In America Centrale, lo studio di alcuni Codici Maya – i pochi che sono sfuggiti ai roghi dei missionari e che mantennero i loro colori originali (Codice di Dresda, di Madrid, di Parigi, Codex Groslier …) – ci permette di notare, ancora una volta, lo stesso fenomeno.

In India, il “Bhagavad-Gîtâ” e le sue strisce ci offrono illustrazioni policrome di storia mitica in cui gli dei sono in competizione tra loro per acquisire più potere… E in questa grande epopea, gli dei e le dee sono ancora una volta rappresentati di colore blu.

Allo stesso modo, i testi tibetani illustrati, come il “berillo blu” del lama Sang-Y Gyamtso (1653-1705) i cui dipinti sono copie esatte degli originali del 13° secolo, rappresentano entità divine in un colore blu scuro…

Non dimentichiamo anche i famosi “thangka”, i meravigliosi dipinti e i “Mandala” che rappresentano cosmologie complete.
Anche in questo caso, vediamo Buddha di mondi diversi, compresi quelli del mondo degli dei rappresentati in blu scuro.

Questo rapido inventario di rappresentazioni di divinità in tutto il mondo fa effettivamente riflettere: come mai popolazioni così distanti da tra loro – nel tempo e nello spazio – hanno rappresentato in questo modo le loro divinità? È possibile ricondurlo a un motivo reale e visibile?

Alcuni autori che sostengono la teoria degli antichi astronauti ricollegano la colorazione blu degli dei ad un motivo legato all’atmosfera terrestre: potrebbe derivare da un cattivo adattamento alla nostra atmosfera troppo povera o diversa da quella del loro mondo di origine.

L’insolito aspetto di Noè nel Libro di Enoch

Un’altra curiosa particolarità emerge dalla lettura del Libro di Enoch, un antico testo apocrifo attribuito al patriarca Enoch, in cui emerge che  il padre di Noè, dopo essersi stupito per l’insolito aspetto del figlio neonato (i cui connotati rimandano al fenotipo albino), lo riconosce subito come figlio degli Elohim.

Gli Elohim amavano vivere in luoghi alti, spesso sulle cime di monti: perché? Possibile che fosse una necessità?

Esiste una condizione chiamata “ipossia” che indica la carenza di ossigeno nell’organismo. Quando nel sangue c’è poco ossigeno, il sangue appare di colore più scuro. E se gli Elohim avessero avuto una pelle molto chiara, un fenotipo albino, e problemi di ossigenazione del sangue… il loro sangue sarebbe apparso, appunto, “blu”.

I sangue misto, i semidei figli degli elohim

“I racconti sumeri parlano dei svariati accoppiamenti che ebbe il principe Enki – figlio del sovrano del pianeta Nibiru nonché uno dei primi quattro Anunnaki che giunsero sulla terra – con le terrestri che lui stesso generò con l’aiuto della propria sorellastra Ninmah, mischiando il propri sangue con quello di un ominide presente in Africa…

I testi parlano delle differenze in fatto di colore dell’epidermide di questi mezzosangue rispetto a quella di Enki. Ma come facciamo a sapere di che colore fosse la pelle di Enki? A questo proposito ci vengono in aiuto le rappresentazioni egizie di Ptah, che, come Zechariah Sitchin ha dimostrato, altri non era che Enki stesso.1

Egizi, Neteru e sangue blu

Ptah/Enki

Gli elenchi dei re egizi indicano che prima dei faraoni umani regnavano i Neteru, e vi sono riportati tutti i nomi, senza differenziarli da quelli dei re “umani”; questi ultimi si trovavano al potere solo in virtù di una discendenza di sangue per metà Neter (= elohim, theoi), che li elevava rispetto agli altri esseri umani. Tale particolare è riportato anche nelle tavolette mesopotamiche, e fa subito venire mente il curioso modo di dire secondo cui i regnanti dovevano essere “di sangue blu”.

Ptah, il creatore del genere umano, il grande scienziato, viene rappresentato con la pelle blu. E, a differenza di Osiride, non si può obiettare che stesse ad indicare il fatto che fosse morto.
Come sappiamo, infatti, gli egizi rappresentavano sempre i deceduti con la barba ricurva, mentre Ptah aveva la barba diritta.

Ma il promiscuo Ptah/Enki era solito dissipare il proprio reale corredo genetico generando innumerevoli discendenti al di fuori del proprio matrimonio con la  dea Ninki, e probabilmente per questo motivo non vediamo spesso uomini blu girare per la strada.

Infatti, questo gene non solo esiste, ma ogni tanto rispunta ancora fuori. E si chiama “met-H”, abbreviativo di Methemoglobinemia, ed è una condizione genetica caratterizzata da maggiori quantità di emoglobina in cui l’eme di ferro è ossidato al modulo ferrico (Fe3 +). Nulla a che vedere con l’argento, dunque. La Metaemoglobina è inutile come vettore di ossigeno e perciò provoca un grado variabile di cianosi. Risultando nel colore blu della pelle.2

Gli elohim si unirono con le femmine adam

Anche la Bibbia racconta di questi accoppiamenti.

Gli Elohim “si unirono” con le femmine Adam (Gen 6) e quelle unioni sessuali hanno dato origine a un gruppo particolare, quello dei ghibborim, cioè i sangue misto che, non a caso, erano definiti “uomini potenti”: ricordiamo che, nella storia dell’umanità, i fondatori delle grandi civiltà erano sempre definiti semidei, cioè figli di un umano e di un appartenente alla genia di quelli venuti dall’alto: da Gilgamesh a Enea, dai primi governanti in Egitto alla dinastia giapponese, ecc.
Ognuno potrà trovare esempi numerosissimi.

Il fattore RH negativo

Un altro elemento legato al sangue che non abbiamo approfondito in questa sede è il fattore RH.

La nostra specie, in particolare, è l’unica a presentare (seppur in una minoranza di individui) il fattore RH negativo, ossia a manifestare l’assenza di una particolare proteina (un antigene) sulla superficie dei globuli rossi. Complessivamente, circa il 16% degli esseri umani ha RH negativo.

In Natura, nessun altro essere vivente, nessun mammifero presenta un fattore Rhesus negativo con caratteristiche del genere. È il sangue più antico al mondo ed è solo attribuibile alla nostra specie. Da dove proviene questa mutazione?

Alcune prove suggeriscono che il fattore RH negativo sia apparso sul pianeta circa 35.000 anni fa, all’interno di alcune aree geografiche molto circoscritte, al punto da sembrare collegato con alcuni particolari gruppi sociali e tribù. Le aree in cui  la sua presenza fu maggiormente riscontrata sono la Spagna settentrionale, la Francia meridionale e i luoghi in cui albergava l’etnia basca.
Un’altra etnia con alta concentrazione del fattore RH- è quella ebraica dell’Est.

Potrebbe essere essere l’elemento chiave per identificare il sangue degli Elohim?

La Chiesa cattolica ammetterà l’esistenza degli alieni?

Chiesa cattolica alieni

Invasione aliena… in Tv

Nell’ultimo decennio si nota una sempre maggiore attenzione agli argomenti che fanno riferimento al fenomeno Ufo e Alieni – dalla televisione alla carta stampata, riviste specializzate, fino alle radio ed internet – e a un possibilismo sempre più concreto che esista una vita Extraterrestre.

programmi televisivi che parlano di Ufo, Extraterrestri, di Abduction, Antichi Astronauti ecc. sono più che raddoppiati. Sulla Rai e Mediaset, trasmissioni di confine come Voyager e Mistero hanno più volte trattato la tematica da vari punti di vista. Su altri canali televisivi come History Chanel o Focus, vediamo programmi come “Alieni: Nuove Rivelazioni”, “A caccia di Ufo”, “Nasa – X Files”, “Enigmi Alieni” che si rinnovano annualmente con serie aggiornate… Mentre nuovi programmi sul tema sono già pronti per entrare nei palinsesti.

La qualità di queste trasmissioni non sempre è di buon livello, dovuto al modo a volte superficiale e sensazionalistico con cui gli argomenti sono affrontati. Anche se, non ci dimentichiamo, che si tratta sempre di trasmissioni televisive. Cioè d’intrattenimento. E per far crescere l’audience, un po’ si sensazionalismo fa parte del gioco.

Sta di fatto che di Ufo e Alieni se ne parla sempre di più.

Chiesa cattolica alieniE, spesso tra i conduttori o tra gli ospiti, ci sono sempre più personalità di rilievo, del mondo anche politico/istituzionale. Come per esempio Nick Pope, che ha lavorato per il Ministero della Difesa inglese dal 1985 al 2006, occupandosi anche di indagini sulla realtà Ufo.

Inoltre, diversi Tg nazionali – specialmente di emittenti private, come Studio Aperto e Tg 5 – dedicano sempre più spazio a presunti avvistamenti  Ufo sia in Italia che nel mondo e ad altri fenomeni annessi, come contatti con extraterrestri, rapimenti alieni, cerchi nel grano e così via… per non parlare di numerose emittenti radiofoniche pubbliche e private, nazionali e regionali, che dedicano sempre più spazio a queste tematiche, intervistando esperti o protagonisti di avvistamenti e contatti. Come è capitato anche a me.

A rafforzare questa crescita mediatica hanno influito anche più recenti esternazioni e dichiarazioni di autorevoli personaggi pubblici del mondo militare, scientifico, politico e religioso, da ogni angolo del pianeta.

Testimonianze sugli alieni dal mondo cattolico

Molte di queste testimonianze, insieme a immagini e altri fatti poco noti che hanno voluto tenere nascosti, li ho raccolti e descritti nel mio libro: Cosa Nascondono i nostri Governi?

Voglio soffermarmi in questo articolo su alcune esternazioni che ci sono state recentemente nel mondo della Chiesa Cattolica. Molto vicine l’una dall’altra.

Mi hanno colpito in particolare quelle di: Padre Marco Ardu, Monsignor Gianfranco Basti, Padre Gabriel Funes, e Padre Guy Consolomagno.

Nel Gennaio 2016 molto esplicita è stata l’ammissione di Padre Marco Ardu, che asserì che gli extraterrestri esistono e la Chiesa lo sa. Egli spiega nel suo libro La Stella Cometa, come sia giunto alla conclusione che la stella cometa sia un Ufo.

Nel suo libro, la questione sull’esistenza degli Extraterrestri è fondamentale: «Non ho mai letto che solo l’uomo è formato di anima e corpo. Non mi sembra impossibile che esistano esseri non terrestri, se non uguali, almeno simili all’uomo».

Secondo il frate, anche ai “Re Magi” apparve una Luce, che probabilmente era il frutto di una tecnologia avanzatissima, che chiamarono Stella.

Padre Ardu dimostra inoltre come il legame tra Extraterrestri e Religione sia molto più forte di ciò che comunemente si creda.

Parliamo ora di un frate Francescano che percorse la Sardegna per 47 anni tra Cagliari e Sassari raccogliendo fondi per aiutare i confratelli in missione in tutto il mondo. Morto per un malore nel Novembre 2016 a Oristano. Nel marzo 2014 monsignor Gianfranco Basti, teologo e professore della Filosofia della Natura e della Scienza presso la Pontificia Università Lateranense, che inoltre collaborò con l’Agenzia Spaziale Italiana, fece alcune dichiarazioni durante un’intervista a “Mistero TV”.

Fece un preambolo sul fatto che oltre alla via lattea ci sono miliardi di galassie, e che «tutto questo […] solo per noi… il Signore è liberissimo di farlo, e ne siamo anche felici».

In seguito ha ipotizzato che sarebbe plausibile ritenere che da altre parti dell’Universo ci siano Esseri intelligenti, e non ci sarebbero assolutamente problemi: “Non possiamo mettere limiti alla provvidenza divina” continua, asserendo che, guardando la cosa secondo il calcolo delle probabilità, ci sarebbero anche probabilità molto alte che sia così.

Affermazioni ancora più interessanti, quando, riferendosi ad alcuni passi Bibbia, come i primi capitoli della Genesi, quando si parla dei Giganti, sostenne: «da sempre è stato ipotizzato che potessero essere degli Esseri/Enti Extraterrestri, con cui l’uomo sia entrato in contatto nel primo periodo della sua Era, e dell’evoluzione sua e del Cosmo».

Ciò che mi ha colpito in questa dichiarazione è stata l’espressione da sempre. Quando, personalmente, non ho mai visto nè sentito dire in Chiesa durante la messa, o in privato, da qualunque prete, e in qualsiasi occasione, che i Giganti potessero essere degli Extraterrestri.

Anzi, se qualche volta ho sentito ipotizzare da alcuni preti in pubblico e all’interno di ambienti ecclesiastici che i Giganti descritti nella Bibbia potessero essere degli Extraterrestri, venivano quasi sempre derisi, contraddetti, e cercati di essere portati alla “ragione”.

Per cui ho trovato l’esternazione di monsignor Basti molto interessante, tenuto conto del contesto in cui l’ha detta: un’intervista per un programma pubblico della televisione. Sopratutto perché a quei livelli non si parla “a caso”, e perché il Monsignor Basti non è mai stato noto come uno che parla “fuori dalle righe”.

È quindi probabile che sue esternazioni, che citano il testo sacro che per antonomasia è considerato “ispirato da Dio”, facciano parte di un programma del Vaticano di un lento ma costante rilascio d’informazioni sull’esistenza degli Extraterrestri.

…extraterrestri, fratelli creati da Dio?

Molto rumore ha fatto nel 2008 anche la dichiarazione del padre gesuita Josè Grabriel Funes, che in quell’anno era direttore della “Specola Vaticana”, l’osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica del Vaticano.

Egli, in un’intervista all’Osservatore Romano, il quotidiano del Vaticano, ha dichiarato: «Così come esiste una molteplicità di creature sulla Terra, così potrebbero esserci altre esseri anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla come San Francesco, se consideriamo le creature terrene come fratelli e sorella, perché non potremmo parlare anche di un fratello extraterrestre?».

Chiesa cattolica alieni

Baptism of Christ, Aert De Gelder, 1710

Un altro importante astronomo del Vaticano, si è più volte pronunciato favorevolmente sull’esistenza di civiltà extraterrestri nell’ultimo decennio. Mi riferisco a Padre Guy Consolomagno.

Astronomo e gesuita di fama internazionale, è stato onorato con il battesimo di un asteroide con il suo nome. Ha studiato e insegnato al MIT di Boston, è autore di diversi testi di divulgazione e dal 2015 è direttore della Specola Vaticana.

Egli ha affermato che «l’idea che ci siano altre razze e altre intelligenze non è contraria al pensiero tradizionale cristiano. Non c’è nulla nella Sacra Scrittura che possa confermare o contraddire la possibilità di vita intelligente altrove nell’universo».

Cita Tommaso d’Aquino, quando parla di “molteplici mondi“. Ha anche ammesso che sarebbe disposto a battezzare un Alieno. Ma, solo se glielo chiedesse.

Sull’argomento ha scritto un libro intitolato Vuoi battezzare un ET? [tit. orig. ““Would You Baptize an Extraterrestrial?”]. In questo saggio, scritto a quattro mani con Paul Müller, un altro astronomo della Specola, afferma che la notizia di forme di vita altrove prima o poi arriverà e “non sarà una grande scoperta” perché gli scienziati l’aspettano da anni «non possiamo pensare che Dio sia così limitato da aver creato esseri intelligenti solo sulla Terra».

Un altro importante gesuita si espose anni fa, con certezza e senza fronzoli, sull’esistenza degli Ufo e della loro natura extraterrestre. Si tratta di Padre Benito Reyna. Celebre astronomo e biologo, dottore in scienze e lettere, professore di fisica e matematica all’Università del Salvador a Buenos Aires, dirigente di Centri Scientifici e di tre Osservatori Astronomici (a Santa Fé ed i due di San Miguel). Egli dichiarò: “Gli UFO sono oggetti reali le cui strutture, velocità e traiettorie, sono state sia fotografate, sia registrate dai radar. Quelle navi di lontani pianeti sono state più volte inseguite dai nostri aerei militari. Da due degli Osservatori, molte volte ho seguito le evoluzioni degli UFO.

Quasi sempre essi seguivano dei “satelliti” o i missili in orbita, ma sempre ad una certa distanza, come per non disturbarli con il loro campo magnetico.

Quando i “satelliti” entrano nel cono d’ombra della Terra, essi spariscono; per contro, gli UFO rimangono luminosi e cambiano generalmente rotta, e questo a velocità fantastiche. Una notte, e senza dubbio per la prima volta al mondo, abbiamo seguito uno di essi al telescopio. Tutto ciò è assolutamente certo e controllato da tecnici.”

Egli testimoniò inoltre l’osservazione dall’Osservatorio di Adhara di un’astronave aliena che manovrava nello spazio, incrociando la traiettoria del satellite “Echo-2”.

Anche papa Francesco dice la sua

Come avete notato Padre Funes, Padre Consolomagno, e Padre Reyna sono gesuiti. Come gesuita è l’ultimo Papa in carica: Papa Francesco. Durante l’omelia del 12 maggio 2014, Papa Francesco ha fatto riferimento ai Marziani. Commentando un brano degli Atti degli apostoli, a un certo punto ha detto: «Se domani venisse una spedizione di marziani, per esempio, e alcuni di loro venissero da noi, ecco… marziani, no? Verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini […] E uno dicesse: “Ma, io voglio il battesimo!”. Cosa accadrebbe?».

Il riferimento ai Marziani e al Battesimo ha anticipato di pochi mesi, neanche a farlo apposta, l’uscita del libro di Padre Guy Consolomagno.

I gesuiti, dalla loro nascita, hanno formato nei secoli, attraverso scuole, centri culturali e formativi, buona parte delle Élite mondiali, in ogni settore della società civile e militare. Le scuole dei gesuiti hanno forgiato uomini politici, banchieri, industriali, scrittori, giornalisti.. Inoltre, hanno un patrimonio culturale unico al mondo, accumulato nel corso dei secoli, in ogni angolo della Terra, durante la loro continua e capillare attività di propaganda cattolica.

Ritornando agli Ufo, mi viene spontanea una domanda:

È possibile che la Chiesa Cattolica, attraverso i gesuiti, sarà la prima ad esporsi a livello mondiale, con un loro illustre membro, ufficializzando l’esistenza degli Alieni?

Sarà Papa Francesco?

Noi siamo qui, attenti e vigili, sulla prossima gestione del segreto più nascosto dell’umanità: “l’Esistenza di Civiltà Extraterrestri”.

 

Un articolo di Carlo di Litta

Il colore del cibo: qual è l’alimento migliore per te?

COLORI DEL CIBO

Il colore del cibo

Se siamo quello che mangiamo e se il cibo è colorato, dobbiamo fare attenzione a quali alimenti scegliamo.

L’alimentazione è da sempre fondamentale per il nostro benessere.

La scelta degli alimenti è molto soggettiva, sebbene gli alimenti a disposizione siano gli stessi per tutti. Ognuno di noi seleziona gli alimenti che ritiene migliori, oppure scarta quelli che danneggiano il proprio organismo.

Poiché gli alimenti sono colorati, lo studio sui colori può aiutare ogni individuo a scegliere gli alimenti migliori per sé.

Cerchiamo di comprendere quali sono le funzioni principali degli alimenti più diffusi, ossia quelli che presentano i colori primari: rosso, blu e verde (del sistema RGB).

Il rosso: protegge il cuore

Il colore rosso si collega al cuore. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo disegnato un cuore e poi lo abbiamo colorato con il colore rosso.

Ebbene, gli alimenti rossi proteggono la salute del nostro cuore. Se vogliamo preservare il benessere del nostro cuore e ridurre le infiammazioni vascolari, scegliamo di mangiare più pomodori, peperoni, ciliegie, fragole, angurie, lamponi o cipolla rossa.

Attraverso questi alimenti introdurremo nel nostro organismo il colore rosso, che comporta degli effetti anche sul piano spirituale. Cerchiamo di capire quali.

Il rosso rappresenta archetipicamente la dimensione dello spirito, quindi di quella parte maschile della nostra psiche, quella che Jung chiamava animus.

Lo psicanalista distingueva La terapia del colore è sempre utile a ripristinare l’armonia psico-fisica. l’animus, inteso come lato maschile inconscio di una donna, dall’anima, intesa come lato femminile inconscio di un uomo. Per estensione, nell’antropologia esoterica si parla di spirito, riferendosi alla parte maschile della psiche, e di anima, riferendosi alla parte femminile della psiche.

Lo spirito si collega archetipicamente al colore rosso, mentre l’anima al colore blu.  Questo significa che in ogni individuo vi è una coscienza formata da almeno due parti, una spirituale e una animica (probabilmente vi è anche una terza, collegata al piano mentale e al colore verde).

Lo spirito, il maschile, il colore rosso, si collega all’elemento fuoco. Mentre l’anima, come vedremo meglio, si collega all’elemento aria, perché l’anima è per antonomasia il soffio vitale.

Quando ci nutriamo del colore rosso, integriamo pertanto il nostro lato maschile, focoso, spirituale. Questo significa che la nostra psiche fortifica il suo lato maschile e razionale.

Il blu: previene le infezioni

Il colore blu è un antiossidante e aiuta a prevenire le infezioni del tratto urinario.

Gli alimenti blu che troviamo in natura sono: mirtillo, alga marina, radicchio, orzo, uva spina. Dal punto di vista energetico-spirituale, il blu, come abbiamo visto sopra, si collega all’anima, ossia alla parte femminile della nostra psiche.

Questo significa che quando ci nutriamo di alimenti blu a livello energetico stiamo integrando nella nostra psiche il lato artistico e irrazionale, tipico del mondo femminile. Possiamo anche affermare che lo spirito, rosso, si collega al lobo sinistro del cervello, razionale e maschile, mentre l’anima, blu, si collega al lobo destro del cervello, irrazionale e femminile.

Integrare il colore del cibo blu significa alimentare la fantasia, l’irrazionalità e la sensibilità verso il mondo spirituale, verso il cielo. È il soffio dell’anima che ha donato la vita all’uomo, ed è sempre lo stesso soffio che ci conduce nel Regno dei Cieli.

Il verde: meno stress

Il colore verde aiuta a ridurre lo stress. Gli alimenti verdi che possiamo trovare sono: olio d’oliva, fave, asparagi, insalata, zucchina, piselli, rucola, , mela verde, avocado e broccoli. Questo colore dal punto di vista spirituale si ricollega al piano mentale, androgino, cioè maschile e femminile insieme.

Integrare questo colore significa riuscire a trovare un collegamento tra la parte maschile e quella femminile della propria psiche.

Esse non saranno in guerra tra di loro, ma, attraverso la mente, riescono a trovare la comunione pacifica. Una mente integrata sarà dunque una mente rilassata, ordinata ed efficiente. Una mente caotica, infatti, non potrà mai essere efficace né efficiente. È necessario operare sul piano mentale, magari nutrendosi anche di alimenti verdi, per creare quel rilassamento benefico, che tornerà utile sia allo spirito sia all’anima. Il verde inoltre è il colore della natura, quindi ci farà sentire più vicini alla nostra Madre Terra.

Attraverso il verde possiamo sentirci a casa.

In conclusione, nella nutrizione non bisogna sottovalutare gli effetti cromoterapici.

La terapia del colore è sempre utile a ripristinare l’armonia psico-fisica. Ricordiamo che i colori interagiscono con le emozioni umane, dunque finiscono nel nostro inconscio.

Ogni mattina, la nostra vita si presenta come una tela bianca: rovesciamo su di essa tutti i colori che vogliamo.

 

Un articolo di Ilaria Samya Di Donato