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Supera la crisi investendo in oro!

Supera la crisi investendo oro

Crisi economica senza fine

Supera la crisi investendo oroIl drammatico periodo che stiamo vivendo sembra assumere toni sempre più grigi: non sono bastati i lockdown, i tagli sui posti di lavoro e la crisi finanziaria a pesare sulle tasche dei cittadini, ora siamo di fronte a un aumento astronomico dei prezzi delle materie prime e dell’energia.

A pagarne le conseguenze non saranno solo le famiglie, ma anche la catena di produzione con ripercussioni sulla rete degli approvvigionamenti.

Il quadro complessivo è a dir poco preoccupante: scarsità delle materie prime, con conseguente rallentamento della produzione su scala globale – in particolare in alcuni settori specifici– e la scarsità di manodopera e dei trasporti dovuto soprattutto alle restrizioni anti-Covid.

I prezzi dell’energia sono alle stelle

Tutto ciò non farà altro che comportare un aumento dei costi per risanare una produzione saccheggiata e, di conseguenza, per poter accedere alle materie prime provenienti da altri Paesi produttori.

Avrete notato nell’ultimo periodo un aumento del prezzo della benzina, e a questo andrà presto ad aggiungersi il costo dell’energia che ha raggiunto in poco tempo dei massimi storici preoccupanti e che è destinato a crescere ulteriormente nelle prossime settimane.

Dove investire per restare a galla?

Supera la crisi investendo oroSempre più soldi che escono e sempre meno che entrano.

Per avere una piccola entrata extra sono in molti a ricorrere ad investimenti, ma quali di questi sono sicuri?

Una soluzione te la offriamo noi: punta sull’oro fisico!

Già in passato sono sopravvissuti senza gravi conseguenze coloro che hanno ragionato con la loro testa e si sono tenuti stretti qualche moneta d’oro anzi che metterle nelle mani delle banche.

Ma come si può cominciare a investire in oro?

Quali sono le garanzie?

La Masterclass per i risparmiatori più scaltri

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In 3 ore e mezza l’esperto ti fornirà qualche trucchetto del mestiere per investire in modo sicuro e cominciare a risparmiare da subito!

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Perché iscriversi alla Masterclass?

 Con questa Masterclass imparerai:

  • come pensare razionalmente e rimanere con i piedi per terra quando si parla di denaro e investimenti;
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e molto altro ancora!

Come contattare il nostro cervello quantico e capire cosa vogliamo davvero

La nostra vita è il prodotto delle nostre decisioni… e allora perché spesso non ci piace? 

Pensiamo per un attimo che appaia davanti ai nostri occhi un genio. Abbiamo la possibilità di esaudire tre desideri. Quali chiederemo al genio di esaudire? Amore? Salute? Soldi?

Qual è la nostra vera necessità, la nostra vera intenzione?

Siamo ormai sicuramente tutti concordi nell’affermare che le  intenzioni  influenzano continuamente il mondo, anche il nostro mondo, e guidano, tracciandone le modalità, le nostre azioni. Però le nostre azioni creano spesso intorno a noi una realtà che spesso sopportiamo a malapena.

Perché dicendosi ripetutamente: “voglio qualcosa di diverso per me” la vita sembra non ascoltarci?

Ti è mai capitato?

Deprogrammare noi stessi per scoprire le nostre vere intenzioni

La vita, come ogni elemento di natura, segue la forza che determina lo scambio di energia quantistica a più livelli.

cervello quanticoIl cervello quantico non può identificare il “diverso per te” se non sa di cosa si tratta… Per cambiare veramente e dialogare con il cervello quantico si ha bisogno di regole. Le regole del linguaggio “macchina”.

La Neuro Quantica Evolutiva, ossia parlare al cervello quantico, insegna il linguaggio macchina. Un linguaggio semplice da applicare… Ma bisogna sapere come fare.

La prima e basilare regola del linguaggio macchina del cervello quantico è: niente sforzo. Quindi, nessuna forzatura. Capiamo meglio…

Quando abbiamo l’impressione di sforzarci stiamo andando contro i nostri interessi, i nostri reali bisogni e quindi contro le nostre vere intenzioni profonde.

Il nostro “pensiero promotore” è in letargo… e la nostra vita non è come ci aspettavamo

Ognuno di noi possiede infatti delle capacità latenti e potenti.

cervello quanticoNella saggezza vedica e yogica tali capacità prendono il nome di Vasana. Questi stimolano il pensiero promotore dentro di noi spingendoci ad agire nella direzione giusta per noi. Ma le norme della vita sociale alla quale siamo troppo attaccati, ci impediscono di aderirvi e il pensiero promotore torna in letargo.

Accade così che la maggior parte di risultati ottenuti nella nostra vita, disattendono le nostre aspettative. I cosiddetti fallimenti, in fondo, non sono altro che la manifestazione della falsa intenzione a fare ciò che si stava facendo.

  • Si fa per convEnzione: per piacere, per essere accettati, per essere considerati al top.
  • Si desidera per convEnzione: per stare al passo, per essere”in” e non “out”, per dire “guardami; esisto”.

Quanto impegno e sforzo sono necessari per agire in questo modo?

Invece, quando ci si apre alle nostre “vere” capacità latenti, liberandole, si attiva il cervello quantico. Si scoprono infinite possibilità e ci si scopre, per la prima volta, un po’ più vivi; oltre le convenzioni sociali, oltre l’effetto gregge. Quando ciò avviene, lo sforzo per realizzare ciò che è interiormente nostro è all’ultimo posto.

Come parlare al nostro cervello quantico? Le molecole emozionali di Candace Pert

I segreti per parlare veramente al cervello quantico risiedono nelle molecole emozionali.

Secondo la neurobiologa Candace Pert, ogni nostra emozione circola nel corpo come sostanza chimica chiamata “neuropeptide”, ovvero brevi catene di amminoacidi o proteine  dialogano con ogni cellula del nostro corpo.

La Pert inoltre, sostiene che queste “molecole di emozioni” giochino un ruolo significativo nel guidare ciò che consideriamo percezione e scelta cosciente. Scelta cosciente = decisione su base intenzionale.

Ma ecco la domanda fatidica.

Perché continuiamo ad avere lo stesso tipo di relazioni, gli stessi conflitti, gli stessi capi, la stessa vita che non vogliamo davvero? 

Perché continuiamo a finire negli stessi modi relazionali, ad avere gli stessi conflitti, ad incontrare gli stessi capi, a vivere la vita che non vogliamo davvero? 

cervello quanticoSecondo la Pert, quando i siti di congiunzione neurale dei ricettori sono bombardati continuamente dai neuropeptidi, diventano meno sensibili e richiedono più peptici per essere stimolati.

Cioè, dice, che se siamo bombardati da un certo neuropeptide su un certo neurone, il nostro agire, sarà ripetuto di continuo e quel neurone vorrà sempre più quel neuropeptide.

Effettivamente i ricettori  cominciano a volere ardentemente quei neuropeptidi per cui sono stati creati. In questo senso, i nostri corpi sono assuefatti agli stati emotivi. 

Appare chiaro ed evidente che in ogni attimo della nostra vita troviamo solo ciò che “intenzionalmente”, consapevoli o meno, abbiamo voluto.  Ma questa chiarificazione ci dice anche che: cambiare si può!

Cambiare si può: le domande in concreto per il cervello quantico

Queste sono solo alcune pillole per iniziare a dialogare con il cervello quantico. Molto altro ci sarebbe da dire e molto altro da rivelare…

Ciò che è di primaria importanza è stabilire e rivedere quali sono le vostre “vere” intenzioni e desideri.

Per scoprirlo:

1) ponete attenzione alla qualità della vita che vivete: capirete quali intenzioni vi hanno spinto ad avere questa vita;

2) poi cambiate una idea intenzionale. Per capire “cosa voglio” bisogna rispondere a queste piccole domande per il cervello quantico:

  • c’è armonia con me stesso e in me se applico questa nuova intenzione?
  • come mi sento se penso a questa nuova intenzione? Provo ansia o piuttosto eccitazione per il nuovo?
  • chi e cosa sarò dopo la sua realizzazione?

3) lavorate su una sola idea per questo mese. Magari (anzi sicuramente) la vostra vita cambierà.

 

Un articolo di Sergio Audasso

Cosa sono Vimana e Yantra, le macchine volanti degli dèi indiani

L’antico manoscritto sanscrito Samarangana Sutradhara: segreti celati nella storia?

Il Samarangana Sutradhara è un manoscritto redatto in sanscrito verso il 1100 d.C. dal re Paramara Bhoja di Dhar, suddiviso in 83 capitoli, per un complessivo di 1144 pagine.

Il testo costituisce il compendio più noto ed importante dell’architettura classica indiana, denominata Vastu.

Il Samarangana Sutradhara, possiede un capitolo dedicato alle Macchine, le Yantras, come anche agli accorgimenti da impiegare in caso di guerra.

Yantra, Vimana: le macchine volanti degli dèi

È proprio il capitolo XXXI ad avere attirato su di sé un grande interesse tra gli studiosi perché è nell’arte difensiva e nella tattica di guerra che furono descritte macchine e strumenti del tutto avveniristici e fuori dal tempo per l’epoca in cui il volume fu scritto.

Re Bhoja usò il generico termine sanscrito “Yantra” – al posto del più familiare “Vimana – affermando di aver attinto la sua conoscenza da manoscritti che erano molto antichi già nella sua epoca.

Leggendo il testo integrale appare perfettamente chiara ed evidente al lettore la presenza di aeromobili, macchine volanti, che vengono descritte nel dettaglio. In alcuni brani si descrivono addirittura macchine volanti in grado di muoversi nel Suryamandala, la sfera solare, come anche altri in grado di spingersi oltre nel Naksatra mandala, ovvero la “sfera stellare“.

Un precetto, però, sembra spiegare come mai non tutto può essere detto o descritto in questo capitolo:

«[…] i dettagli sulla costruzione dei Vimana sono misconosciuti in virtù di una necessaria segretezza, e non per ignoranza. Questi dettagli di costruzione non vengono menzionati perché si dovrebbe sapere che se essi fossero pubblicamente resi noti tali macchine potrebbero anche avere un utilizzo sbagliato».

Il timore che tale tecnologia potesse cadere in mani sbagliate è ampiamente evidente in questo paragrafo…

Le macchine volanti… funzionano davvero!

Il fatto ancor più sconcertante, soprattutto verso coloro che hanno teso a negare la realtà dei Vimana, è non solo il fatto che in un testo di quasi 1000 anni fa sia fatto esplicito riferimento all’esistenza di queste macchine volanti,  ma soprattutto vengano descritte alcune macchine presenti al loro interno, strumenti che in alcuni casi sono stati ricreati da Università indiane e risultano del tutto funzionanti, oltre che in certi casi avveniristiche.

Leggendo il Samarangana Sutradhara troviamo un’ulteriore dimostrazione che quanto viene descritto sia in realtà qualcosa di ben diverso da una semplice rappresentazione poetica, allegorica e mitografica:

« […] scintillanti in ogni direzione le loro macchine possono viaggiare in ogni direzione la loro immaginazione possa arrivare. Dalle loro grandi altezze essi possono vedere danze stimolanti, drammi teatrali, pure cerimonie rituali. Le loro yantra sono diventate famose tra le dinastie reali e in varie nazioni.

In tale modo le Anime Elette di alcuni volano, mentre quelle di livello più basso camminano. Tutti questi amici sono riusciti nelle cose che loro desideravano di più attraverso le loro macchine, questo dimostra che l’essere umano può volare nell’aria e non solo nella Terra, e che esseri celestiali possono discendere tra i mortali quando vengono a visitare la Terra».

Alcuni di questi velivoli sono descritti con strutture alate simili a quelle dei moderni aeroplani ma viene anche specificato che questo tipo di ‘macchine’ non possono andare indietro o ascendere o discendere verticalmente.

La descrizione fornita risulta del tutto speculare a quella di un moderno aereo in grado di spostarsi in sola linea retta e, ovviamente, non in grado di muoversi nella direzione stessa del suo propulsore.

 

Un articolo di Enrico Baccarini

 

Progetto Mk-Ultra e sette segrete: l’induzione di traumi e abusi per manipolare le menti

Manipolazione Mentale attraverso abusi e traumi

Scriveva nel 1958 Aldous Huxley in Ritorno al mondo nuovo scriveva: «Se la dottrina è impartita nel modo giusto e al momento giusto dell’esaurimento nervoso, essa penetra. In condizioni opportune si può convertire in pratica chiunque, a qualunque dottrina si voglia».

Tenete a mente questa frase. Oggi vi parlerò di uno degli argomenti più difficili da trattare per la ricerca alternativa: la manipolazione mentale attraverso l’induzione di traumi e abusi reiterati (violenze sessuali, percosse, shock indotti, deprivazione sensoriali, privazione di cibo, luce, sonno, somministrazione di droghe).

L’argomento è accuratamente evitato dai media mainstream come un tabù: chi ne parla viene liquidato come un visionario. Negli anni la tematica è tornata più volte alla ribalta, venendo sempre tacciata di essere l’emblema delle paranoie cospirazioniste.

Eppure essa ha una storia documentata sconcertante che coinvolge personaggi al di sopra di ogni sospetto. E forse per questo è così intrigante.

NXIVM: setta di Keith Rainere e dell’attrice Allison Mack

Avviene poi sporadicamente, che persino i media mainstream siano costretti a diffondere delle notizie quando queste riguardino scandali giudiziari che coinvolgono persone note allo star-system e sul cui sfondo emergano abusi sessuali e pedofilia.

Si parla di “sette” in modo improprio e del plagio che queste esercitano sui loro adepti per giustificare che se ne parli e per nascondere sotto al tappeto il fatto che queste tecniche siano state utilizzate anche e soprattutto dai governi, dai servizi segreti o dai militari.

Negli ultimi mesi ha destato clamore il culto NXIVM capeggiato da Keith Raniere (accusato di aver avuto anche rapporti sessuali con bambine di dodici anni) e dall’attrice Allison Mack nota per il ruolo di Chloe Sullivan nella  nota serie TV Smallville.

Mack, ora fuori su cauzione, è accusata  di essere la seconda in comando all’interno del movimento, e di essere stata lareclutatrice di giovani donne nel presunto programma sull’auto-miglioramento morale e psichico per le donne, che in realtà funzionava come una vera e propria setta sessuale per Raniere e altri. Chiamata “DOS”, un acronimo che starebbe per una frase latina che si traduce liberamente in italiano con “Signori delle donne schiave”, il gruppo funzionava con più livelli di schiave guidate dai relativi padroni. Le schiave dovevano reclutare a loro volta altre schiave che a loro volta dovevano servire chi si trovava al di sopra di esse nella gerarchia.

Le giovani reclutate venivano pertanto istruite a servire come schiave sessuali per i padroni designati (e come se non bastasse venivano persino marchiate a fuoco sulla carne).

Ora è impossibile non pensare al progetto Mk-Ultra e alla sua prosecuzione in Monarch.

Il progetto Mk-Ultra

Il progetto MK-Ultra parte proprio dal presupposto citato da Huxley, facendo cioè del “trauma” il suo punto di partenza. Ciò che segue è storicamente accertato e documentato e dovrebbe farci riflettere su quanto sappiamo realmente del potere “invisibile” che muove tutti noi come burattini.

Il progetto fu ordinato dal direttore della CIA, Allen Dulles, il 13 aprile 1953, al fine di contrastare gli studi russi, cinesi e coreani sul cosiddetto controllo mentale (mind control).

progetto Mk-Ultra

Foto: you-ng.it

Questa tecnica avrebbe dovuto portare numerosi vantaggi, come ad esempio la creazione di assassini inconsapevoli o il controllo di leader stranieri scomodi. Il progetto sarebbe stato sovvenzionato da un totale di 25 milioni di dollari e ne furono coinvolte 80 istituzioni tra cui 44 università e 12 ospedali. Da quel che emerge dagli oltre 22 mila documenti statunitensi declassificati e riportati alla luce nel 1977, gli esperimenti prevedevano il ricorso ad abusi fisici e psichici, radiazioni, elettroshock, ipnosi, infine la somministrazione di sostanze psicotrope quali l’LSD.

Stando ai documenti recuperati (la maggior parte purtroppo fu distrutta), le cavie degli esperimenti erano dipendenti della CIA, personale militare, agenti governativi, prostitute, pazienti con disturbi mentali e persone comuni che si offrivano come volontari “a pagamento”; il tutto con lo scopo di verificare che tipo di reazione avessero queste persone sotto l’influsso di droghe e altre sostanze.

L’obiettivo ufficiale degli esperimenti era quello di preparare un’azione di difesa per gli agenti americani a un’eventuale azione analoga che avrebbero potuto subire da agenti russi durante la guerra fredda.

Il progetto Monarch: esiste?

Stando a numerosi ricercatori, questo genere di sperimentazioni non sarebbe però terminato nei “mitici” anni ‘70 ma si sarebbe raffinato e continuerebbe ancora oggi in segretoseguendo un protocollo specifico che avrebbe, secondo alcuni (pensiamo ad esempio a Estulin) trovato la propria sede ideale presso l’Istituto Tavistock, situato nell’omonima cittadina inglese, secondo altri nel progetto Monarch.

Su quest’ultimo aspetto, però, la ricostruzione storica risulta ancora frammentaria, mentre sull’Mk-Ultra i documenti ufficiali che vennero accidentalmente resi pubblici − sfuggiti per errore alla loro distruzione ordinata nel 1973 dall’allora direttore della CIA Richard Helms − si configurano come fonti pienamente attendibili; semmai non sono ancora chiari i traguardi raggiunti da coloro che lavorarono a questo progetto.

progetto Mk-UltraLe notizie che ci arrivano oltreoceano su NXIVM dovrebbero spingerci a ripensare quello che sapevamo sui progetti di controllo mentale e farci mettere in discussione i dubbi più che leciti che si avevano sul Monarch.

Altrettanto inquietanti i nomi di membri legati alle élite che stanno emergendo nelle ultime settimane. Maurizio Blondet ha giustamente sottolineato il ruolo che avrebbe avuto Sara e Clare Bronfman –  le due figlie di Edgar Bronfman, il padrone della Seagram Whisky, miliardario “canadese”, e presidente del Congresso Ebraico Mondiale – all’interno del movimento come finanziatrici occulte di Raniere.

Le due sorelle avrebbero infatti dato a Raniere una cifra astronomica che si aggira oltre i 150 milioni di dollari! Come se non bastasse, scrive Blondet, NXVIM avrebbe «”addestrato in pochi anni 3700 personalità”  del bel mondo, da sir Richard Branson (il fondatore del gruppo Virgin) alla Ana Cristina Fox, figlia dell’ex presidente del Messico, da Stephen Cooper, capo esecutivo della Enron alle sorelle Bronfman».

Questa è solo la punta dell’iceberg, ma basta per intuire come più si sale la piramide del potere e del successo, più si consumano a nostra insaputa crimini di inaudita violenza:induzione alla schiavitù, plagio, pedofilia e chissà cos’altro.

 

Un articolo di Enrica Perucchietti

Come le élite mondiali mantengono il potere e il controllo

élite mondiali potere controllo

Francesco Maria Toscano: cos’è il “nazismo tecnocratico”e perché è riferito all’attuale dominio dei mercati finanziari?

Francesco Maria Toscano è avvocato, giornalista pubblicista nonché autore di Dittatura finanziaria.

Ed è proprio in questo libro che l’autore utilizza l’espressione “nazismo tecnocratico” in riferimento all’attuale dominio dei mercati finanziari.

Stando alle parole di Toscano, non si tratterebbe di una provocazione, ma di un fatto concreto: è evidente che esista una traccia di continuità che lega l’epopea nazista classica alla violenza dissimulata moderna. I padroni di oggi,  sostituendo il concetto di “purezza della razza” con quello di “purezza del bilancio”, puntano a realizzare obiettivi simili. Ritornano poi sempre le stesse dinastie familiari.

Gli interessi del comparto automobilistico tedesco indirizzano le politiche di austerità imposte dalla Merkel all’Europa intera. La BMW, tanto per capirci, è guidata dalla famiglia Quandt, eredi di Gunther Quandt, vero artefice e protagonista delle fortune del gruppo anche in virtù dei suoi strettissimi rapporti con noti gerarchi nazisti a partire da Goebbels.

Mario Draghi e Mario Monti: due figure vezzeggiate dai media tradizionali…

Nella stesura del libro, Toscano offre anche uno spaccato devastante di due personalità importanti nella storia politica italiana contemporanea: Mario Draghi e Mario Monti.

Queste due figure incarnano meglio di altre la sottile e dissimulata violenza di un sistema che ha imparato a sferrare pugni di ferro dentro un guanto di velluto. Dietro l’ossessione con la quale questi tecnici illuminati chiedono di continuo “rigore dei conti” e “riforme strutturali” si cela il dramma di milioni di persone gettati dolosamente nel girone dell’indigenza, della disperazione e della povertà.

Nessuna evidenza di carattere economico giustifica l’adozione di misure fallimentari che tradiscono un solo un evidente odio contro l’Uomo.

Situazione economica greca: una cavia da laboratorio? 

La Grecia è stata ed è una cavia da laboratorio. L’èlite globalista ha voluto testare quanto fosse possibile affondare il coltello nella carne viva di una nazione europea senza pagare pegno.

Con la scusa del debito pubblico (che in Grecia è oggi molto più alto di quanto non lo fosse prima delle cure della Troika) la democrazia è stata di fatto sospesa e paralizzata, violentandone non solo la sostanza ma perfino le forme. Come dimenticare ad esempio il tradimento del responso del referendum indetto contro le misure di  austerità del luglio del 2015 imputabile al pavido Tsipras?

La Grecia vive sotto una dittatura ipocrita che ha portato indietro la storia di quel paese al tempo dei colonnelli.

E l’Italia?

Il nostro Paese è sotto attacco ma, a differenza della Grecia, ha maggiori strumenti per difendersi. I vertici del potere  hanno fino ad oggi garantito il progressivo svuotamento del benessere italiano, materialmente appaltato a figure grigie e servizievoli come Enrico Letta e Paolo Gentiloni (Renzi invece è stato solo una specie di bullo applicato alla politica).

Negli anni, però, l’elettorato ha capito perfettamente come stanno le cose, voltando le spalle al Pd, correttamente individuato come perno della reazione trionfante. Su queste basi è possibile immaginare di poter recuperare a breve una libertà perduta e una dignità nazionale svenduta e oppressa.

Che cosa c’entra l’Isis con la Dittatura Finanziaria?

Diciamo questo: in un mondo globalizzato tanti fenomeni risultano essere discretamente connessi fra di loro. È razionale immaginare che, se esiste una globalizzazione, esiste anche una camera di regia globale – questo approccio possiamo definirlo “logica” o “complottismo”.

E se esiste una cabina di regia globale, questa è guidata da persone in carne e ossa che gestiscono e dominano questi “mercati” appositamente e prudentemente spersonalizzati. Sono gli stessi che si ritrovano periodicamente in ritrovi come quelli di Davos…

È razionale ritenere che queste élite mostrino volti differenti a seconda dei diversi luoghi di intervento: per cui si limiteranno a brandire in Europa il fantasma del “terrorismo economico”, fomentando e finanziando invece in Medio Oriente organizzazioni esperte in “terrorismo politico”. Riannodando i fili all’indietro si intravedono sempre gli stessi centri di potere…

Tra sorveglianza, propaganda e controllo tecnologico, una manipolazione invisibile?

La manipolazione invisibile

«Un governo del terrore funziona nel complesso meno bene del governo che, con mezzi non violenti, manipola l’ambiente e i pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini donne e bambini». Così scriveva Aldous Huxley in Ritorno al Mondo Nuovo, spiegando la differenza tra il modello di dittatura dolce che si esercita nelle società democratiche e quello sadico e violento che ritroviamo nelle dittature vere e proprie e il cui modello letterario è stato perfettamente riprodotto da George Orwell in 1984.

sorveglianza propaganda controllo tecnologicoSebbene la coscienza della maggior parte delle persone “rifugga” all’idea che un potere esterno possa avere un tale ascendente sulle proprie scelte da poterle condizionare, la scienza della manipolazione si è fatta con i decenni e con la attuale società di massa sempre più sofisticata e capillare.

Si tratta ovviamente di un potere che, a differenza di quello dei secoli passati, risulta efficace soprattutto se rimane “nell’ombra”. Non a caso Edward Bernays – considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni – parlava già nel lontano 1928 di un «potere invisibile che dirige veramente il paese [gli USA]» .

Sorveglianza, propaganda e controllo tecnologico

sorveglianza propaganda controllo tecnologicoQuello che cambia nell’attuale società rispetto a quella immaginata ad esempio da Orwell, è che il controllo sociale, grazie da un lato alla sorveglianza tecnologica e dall’altro a tecniche di propaganda sempre più sofisticate, si è reso invisibile, permanente e capillare e investe tutti in quello che il sociologo Marshall McLuhan ha denominato il “villaggio globale”.

Oggi, grazie a una fitta rete di controllo  che avviene grazie al web, ogni individuo può spiare il prossimo arrivando persino a “segnalarlo” e a tradirlo schierandosi di fatto col potere invisibile (come nei regimi). Tutti controllano tutti e di fatto si mantiene l’ordine anche grazie all’omologazione dei cittadini che non si rendono conto di essere solo le pedine di uno schema di controllo più grande di loro.

Opinion makers: manipolatori a pagamento

Normalmente si pensa che questo potere di manipolare le masse sia concentrato nelle mani della televisione, ma quest’immagine è giusta solo in parte: il primo passaggio della manipolazione di massa, infatti, avviene manipolando i manipolatori: ovvero “creando le élite” destinate a loro volta a diffondere un certo tipo di messaggio: artisti, scrittori, musicisti, star, opinion makers, studiosi e scienziati.

Alle volte questo processo è addirittura pagamento. E gli opinion makers diventano dei meri mercenari…

sorveglianza propaganda controllo tecnologicoChe non si tratti di mera speculazione lo conferma unarticolo pubblicato il 16 novembre scorso su «Il Sole 24 Ore» a firma di Nicola Borzi, che ha svelato la l’esistenza di molti conti bancari dei servizi segreti – l’Aisi in questo caso – dentro la Banca Popolare di Vicenza.

L’inchiesta svela anche l’obiettivo di questa liquidità dei servizi segreti: finanziare chi dà una mano all’attività dei servizi. Chi sono costoro?

Tra questi, leggiamo nell’articolo, «Ci sono giovani autori e registi di fortunatissimi programmi di infotainment di tv nazionali private, conduttori di trasmissioni di successo sulla radio pubblica, fumettisti vicini al mondo dei centri sociali».

Si conferma così l’attenzione dei servizi segreti verso soggetti che avrebbero il compito di “influenzare” l’opinione pubblica in cambio di una ricompensa monetaria… Una verità inconfessabile che ancora molti, troppi, si rifiutano di accettare.

 

Un articolo di Enrica Perucchietti

Ho’oponopono: la pratica per liberarsi dalle paure e ripulire i ricordi

Ho’oponopono: liberarsi dalle paure

Da dove provengono tutte le nostre paureLa paura di sbagliare, la paura del giudizio, la paura di essere inadeguati, la paura di non farcela, la paura… della paura?

Come possiamo scoprire il tesoro dentro noi stessi se abbiamo a che fare con sensi di colpa, cattivi sentimenti, invidie, pensieri, parole e atteggiamenti negativi?

Secondo Ho’oponopono tutti gli stati emotivi depotenzianti e le loro ripercussioni provengono da memorie, nostre, ancestrali o collettive che influenzano le nostre percezioni e creano ostacoli nella nostra vita.

Ho’oponoponoLe nostre menti condizionate da preconcetti e credenze, insieme al continuo chiacchiericcio con noi stessi, sono sempre accese.

Una statistica dice che una persona abbia circa 70.000 pensieri al giorno, 3000 pensieri all’ora, 50 al minuto. Che tradotto significa che facciamo un pensiero ogni secondo.

Non è una sorpresa se arriviamo quindi così stanchi a fine giornata! E la cosa ancora più stupefacente è che di questi 70.000 pensieri il 95% sono gli stessi di ieri, e del giorno prima, e di quello ancora prima. La mente è come un registratore che ascolta lo stesso disco ossessivo all’infinito.

Questo non sarebbe così terribile se non fosse per la statistica successiva: che per la persona media l’80% di questi pensieri abituali sono pensieri di preoccupazione.

Questo significa che ogni giorno la maggior parte delle persone ha più di 56.000 pensieri negativi.

Ho’oponopono: quando la verità viene distorta

La percezione delle vicende che accadono nella nostra vita viene distorta/deformata da memorie offuscanti proprio come un filtro che si interpone tra noi e la realtà.

L’intento di chi pratica Ho’oponopono è proprio quello di ripulire le memorie provenienti dalle indicazioni altrui che – attraverso educazione, società, religione, famiglia, TV, giornali, radio, internet, guru e maestri e da tutte quelle fonti di informazioni che quotidianamente riceviamo senza sosta da ogni parte – creano un archivio di memorie che offuscano la nostra percezione della realtà.

Per liberarsi da questa immondizia interiore (come la definisce il Dott. Hew Len) è necessaria la pulizia.

In sintesi la pratica di Ho’oponopono consiste in:

  • collegarsi interiormente con la parte Divina in noi momento per momento; solo la Divinità può farlo. Solo la Divinità può cancellare o correggere il nostro sistema di credenze fatto di ricordi e di forme di pensiero;
  • chiedere che il movimento e tutto ciò che contiene sia ripulito.

Praticando Ho’oponopono puliamo la nostra “scheda degli input”, al cui interno ci sono i nostri ricordi, i condizionamenti, l’educazione ricevuta, le abitudini, le consuetudini e tutte le memorie, sia nostre che dei nostri antenati, oltre a quelle di chi ci sta di fronte.Ho’oponopono

Una pratica di riconciliazione e perdono

Ho’oponopono, parola che significa correggere e mettere le cose al posto giusto, è una pratica di riconciliazione e di perdono – che ha origine dalla cultura hawaiiana – per risolvere i conflitti e per ritrovare l’armonia e la pace interiore.

Anticamente, presso le popolazioni polinesiane, Ho’oponopono veniva celebrato da un sacerdote (Kahuna) che aveva il compito di gestire il rituale di pacificazione, facendo da tramite fra il Divino e le persone coinvolte dal problema.

Nelle cerimonie tradizionali anche quando la controversia riguardava due sole persone, tutta la comunità era invitata a partecipare all’opera di purificazione e di perdono collettivo, che, oltre agli esseri coinvolti, comprendeva l’armonizzazione delle situazioni, delle cose, degli ambienti e dello spazio, coinvolgendo anche gli Spiriti della Natura e degli Antenati.

Questo passaggio è ancora fondamentale ed è spesso il più sottovalutato o addirittura ignorato da noi occidentali: la prima cosa da tenere presente, mentre impariamo a pulire noi stessi, è che tutto è vivo e tutto risuona con reciprocità. Ogni più piccola molecola del Creato è una creatura vivente che a suo modo interagisce con il Tutto e anche naturalmente con noi.

Secondo la cultura hawaiiana, l’errore di una persona (e tra gli errori mettiamoci la rabbia, la paura, il risentimento, la scorrettezza, il senso di colpa, ecc…) è la causa primaria di malattie anche fisiche, oltre che psicologiche e spirituali, per se stessi, per la famiglia e per l’intera comunità.

Ho’oponopono moderno: la pratica a portata di tutti

Ho’oponopono

Morrnah Nalamaku Simeona

Il lavoro di Morrnah Nalamaku Simeona, e successivamente quello del suo allievo il dr. Ihaleakala Hew Len, ha semplificato tutto il processo, facendo in modo che ciascuno di noi potesse contemporaneamente incarnare ogni ruolo, sia il Kahuna, che l’offeso, che il perdonante, e pulire direttamente in collegamento personale con la Fonte.

Questo “aggiornamento”ci fa comprendere che la pace può partire sempre e solo dalla decisione, dalla scelta e dall’azione del singolo, quindi da me. Ecco perché la mia pulizia non solo è importante, ma è fondamentale.

Al giorno d’oggi abbiamo necessità di strumenti semplici, a portata di mano cosicché la nostra responsabilità possa essere facilitata, completa e senza scuse. E grazie all’estrema semplificazione della pratica, il mantra benedetto Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie è diventato il veicolo più conosciuto al mondo di Ho’oponopono moderno.

Il Mantra Ho’oponopono

Come ha dimostrato il Dottor Masaru Emoto, sia le parole che i pensieri sono informazioni che hanno una vibrazione e una frequenza. Attraverso i suoi esperimenti è chiaro come informazioni diverse influenzino l’acqua in maniera differente.

Le parole del Mantra Ho’oponopono TI AMO, MI DISPIACE, PERDONAMI e GRAZIE hanno un altissimo potere vibrazionale che influenza ogni nostra molecola istantaneamente: infatti noi siamo composti quasi completamente di acqua. E quindi siamo praticamente dei diapason che risuonano e si conformano ad ogni pensiero dei famosi 70mila che entrano in noi ogni 24 ore.

Recitare il mantra Ho’oponopono significa chiedere al Divino in noi di ripulire tutte le memorie depotenzianti che abbiamo ereditato da più parti.

La pulizia non è un traguardo, ma un punto di partenza

Ho’oponopono non ha niente a che fare con il diventare migliori o più felici; è cancellare completamente tutto quello che crediamo essere vero, per ripartire da Zero, che è il livello del vuoto, ovvero il personale punto di contatto con la Sorgente divina.

Ho’oponoponoAttualmente si sente parlare sempre più spesso di co-creazione, una manifestazione energetica che deve essere necessariamente consapevoleadesso che sappiamo come funzionano le energie, abbiamo il dovere e la responsabilità al 100% di correggere quello che siamo e quello che emaniamo – spesso inconsapevolmente – per realizzare insieme, per noi e per le prossime generazioni, un mondo migliore.

Ho’oponopono vuole ricordarci che dobbiamo e vogliamo procedere avendo sempre presente che la pace comincia da te – e da chi se no?

Attraverso la pulizia con Ho’oponopono abbiamo una grande occasione per poter ricominciare a vivere una vita più viva, con amore, gratitudine, onore e correttezza su tutti i piani di esistenza.

Questo grande miracolo di simultaneità dipende solo dalle nostre azioni e dalla nostra intenzione attiva di ripulire… così dentro come fuori, perché la via è interconnessa.

«Abbandono le memorie, le credenze, le consuetudini, le abitudini e le paure. So che sono solo scorie stratificate nel mio DNA dalle mie percezioni erronee perché condizionate. Ora ho la comprensione del quadro completo, ora percepisco la mia sacra libertà e agisco perché questa sia chiara, evidente e manifesta su tutti i piani della mia esistenza. Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie».

 

Un articolo di SaYa

 

Satana, Lucifero, Belzebù, Belfagòr: chi o cosa sono i diavoli della Bibbia?

i diavoli della Bibbia

Satana, non è una persona ma indica una funzione

Il nome di Satana è presente 18 volte nell’Antico Testamento e dobbiamo subito premettere che la maggior parte di ciò che si crede o si pensa di sapere su di lui non proviene da questo libro.

L’immagine comune che lo rappresenta come un demone dalla coda biforcuta, con le corna e il corpo di una capra dalla vita in giù, deriva dall’identificazione iconografica con il dio greco Pan, che però costituisce una delle tante invenzioni assolutamente fantasiose e prive di qualsiasi fondamento.

In ebraico il termine “Satana”, sQv [satàn], significa “avversario” ed è un vocabolo con il quale si definisce una funzione precisa: quella dell’antagonista, così come il termine [malàkh] “angelo” identifica semplicemente la funzione del messaggero.

Satan” (avversario o accusatore) è un concetto usato sia per gli uomini che per i malakim (angeli)

Il fatto stesso che sia spesso preceduto dall’articolo documenta oltre ogni dubbio che non si tratta di un nome proprio attribuito a un individuo, materiale o spirituale che sia: indica quindi uno status o un compito.

Tra l’altro, non è un compito svolto in esclusiva da un presunto “angelo” (malakim), ma, come vediamo nei passi qui riportati (solo alcuni), il termine sQv [satàn] indica più volte un’attività svolta da uomini, intesi sia singolarmente che in gruppo (vedi anche 1Re 11,23; in 2Sam 19,23 etc).

1) Nel capitolo 29 del Primo libro di Samuele: gli Elohim non vogliono avere [Davide] – e il suo esercito – come sQv [satàn], “avversario”.

2)In 1Re 11,14 si narra di un Idumeo di nome Adàd che,dopo la morte di Davide, si pone come avversario [satàn] di Salomone. Anche qui l’avversario è indubitabilmente un uomo. 

i diavoli della BibbiaLo stesso concetto di “avversario” o “accusatore” viene mantenuto nel momento in cui il termine è correlato ai [malakhìm], gli “angeli”.

Gli esempi sono innumerevoli e vi rimando alla lettura del testo biblico (Zaccaria 3,1-2, Gb 1,6;2,1;2,6-7, salmo 109,6; In 1Cr 21, Nm 21 e segg, Nm 22,22-32)

Ci limitiamo a rimarcare che:

  • la figura di Satana non esiste come singolo attore che agisce con la sua personale individualità, ma rappresenta una posizione, una funzione  che può essere svolta sia da uomini che da [malakhìm],
    non è sempre e necessariamente un antagonista di “Dio”;
  • è spesso un esecutore fedele perché compie esattamente ciò che “Dio” vuole; non può quindi essere identificato in modo inequivocabile come il capo di schiere ribelli.

Ad esempio, in Gb 1,6;2,1;2,6-7 il termine sQv si trova sempre preceduto dall’articolo sQvH [satàn-ha] per indicare che non si tratta di un nome proprio, ma di una precisa funzione (nello specifico “il figlio dell’elohim” si comporta con Giobbe da nemico e lo fa al fine di dimostrare che la devozione di Giobbe per Yahweh è motivata esclusivamente dalle fortune materiali di cui l’Elohìm gli consente di godere)

Notiamo un ulteriore aspetto: questo individuo (figlio dell’elohim) sta svolgendo un compito sgradevole e certo non benevolo, ma in ogni caso autorizzato – o in un certo qual modo addirittura sollecitato – da Yahwèh. Non agisce dunque come principe di una schiera di demoni ribelli, non è lui stesso un ribelle, ma una sorta di incaricato ufficiale che sta agendo in pieno accordo con il suo “capo”, Yahwèh, che gli dice di procedere liberamente ponendo però attenzione a non ucciderlo (2,6).

Lucifero, portatore di luce (= corpo splendente)

La tradizione religiosa ha di fatto realizzato una fusione tra Satana e un’altra figura angelica conosciuta con il nome di Lucifero. Questo termine significa “Portatore di luce” e deriva dal latino lucifer (composto da lux, “luce”, e ferre, “portare”) e dal greco phosphoros (phos, “luce”, epherein, “portare”); il termine è usato per identificare un non meglio definito “corpo celeste splendente”, o eventualmente “astro del mattino” (ossia il pianeta Venere, che compare all’alba anticipando così la luce del giorno).

Secondo le tradizioni giudaico-cristiane, con questo termine s’intende invece un essere incorporeo e luminoso di natura eminentemente maligna, spesso indicato come il capo dei demoni, il signore degli inferi in cui giacciono i dannati: secondo questa tradizione Lucifero era un angelo, appunto, “portatore di luce”, e dopo la sua cacciata dal cielo da parte di “Dio” sarebbe divenuto il Satana, cioè “l’avversario” per eccellenza.

i diavoli della Bibbia

The fallen angel – Alexandre Cabanel

Ma come sono giunti a questa interpretazione?

Quest’identificazione deriva da una “particolarissima” interpretazione di un passo di Isaia, e, in sostanza, i Padri della Chiesa, stabilirono l’identità fra il Lucifero “astro del mattino” di Isaia e il Satana “avversario” di Giobbe e dei Vangeli, operando una saldatura che è entrata nella tradizione religiosa e popolare.

La tradizione patristica ha trovato il suo apice in Tommaso d’Aquino, che ha non solo avallato l’identificazione di Lucifero con Satana, ma anzi ha mirato a documentare che è proprio a partire da tale identificazione che si può cogliere l’origine del cosiddetto “mysterium iniquitatis”, la questione sempre insoluta dell’esistenza del male e dell’ingiustizia nel mondo.

In questa sede non è possibile approfondire il passo di Isaia, ma per questo vi rimando alla lettura del capitolo su Lucifero nel mio libro Il Dio alieno della Bibbia. Nel libro approfondisco anche il Lucifero di Ezechiele un altro brano anticotestamentario che, con una forzatura assolutamente inaccettabile, si vuole spesso ricondurre a Lucifero/Satana (Ezechiele 28, 1 e seg).

Per la gnosi, Lucifero è “il bene”

La dottrina cristiano-cattolica non è stata la sola a operare questo stravolgimento, anche la gnosi a essa contemporanea ha ceduto alla tentazione di utilizzare la figura di Lucifero.

Lo ha fatto però capovolgendone la valenza e reinterpretandola in chiave salvifica: l’ha spogliata delle connotazioni negative e le ha attribuito una funzione liberatrice nei confronti del demiurgo (l’artefice dell’universo).

Secondo questa ipotesi, il serpente/Lucifero descritto nella Genesi sarebbe colui che ha spinto l’uomo ad acquisire la conoscenza del Bene e del Male e a emanciparsi fino a rendersi simile a “Dio”.

Cattolicesimo, gnosi, parti del giudaismo che si rifanno al Secondo Libro di Enoch, ecc.: sul capitolo 14 di Isaia si è sviluppata una congerie di interpretazioni ed elaborazioni teologiche di notevole spessore e anche di grande influenza sulle coscienze delle persone di fede.

I contrasti insanabili tra le valenze positive e negative attribuite alla stessa figura evidenziano ancora una volta i rischi che si corrono quando si abbandona la letteralità del testo e si procede guidati da finalità ideologiche e dottrinali.

Abbiamo appurato che il termine [satàn] non indica neppure un individuo specifico bensì una funzione, un incarico, un compito che può essere svolto sia dagli uomini che dai messaggeri degli Elohìm: non è un’entità spirituale da temere o alla quale potersi rivolgere per evocare non meglio identificate forze

Abbiamo poi documentato come il Lucifero di Isaia non abbia nulla a che vedere con il [satàn] biblico, pertanto non possiamo non chiudere con l’amara considerazione che il satanismo, con tutte le nefaste e drammatiche conseguenze che hanno accompagnato le sue manifestazioni anche più criminose, nasce da dottrine artificiose e in esse trova la sua tristissima e nefanda giustificazione “spirituale”.

Concludendo… da quanto si ricava dalle traduzioni non condizionate dal pensiero teologico, si comprende che la Bibbia stessa è molto lontana dall’iconografia tradizionale che vuole vedere in Satana/Lucifero il principe dei demoni, l’avversario per eccellenza e il signore degli inferi in cui i dannati patiscono le pene eterne.

Belfagor e Belzebù: i rivali dell’elohim Yahweh diventano diavoli

Se alcuni di voi lettori sono venuti alle mie conferenze spiego e documento come la teologia abbia inventato le figure dei diavoli partendo dai nomi che la Bibbia attribuisce agli elohim/baal avversari di Yahweh:

Yahweh aveva dei nemici, altri Elohim, e dai suoi nemici, che erano individui in carne ed ossa come lui, sono stati inventati i demoni… Yahweh è stato invece fatto diventare dio e i suoi nemici i demoni Belfagòr e Belzebù.

  • dall’elohim Baalpeor hanno inventato Belfagor;
  • dall’elohim Baalzevuv hanno inventato Belzebù.

Ecco il testo prodotto dal rabbino capo della comunità di Rolma, rav Riccardo di Segni[1]:

i diavoli della Bibbia«L’ironia, lo scherno, la satira, le accuse pesanti nei confronti di altre religioni sono presenti nella Bibbia e continuano in tutta la storia.
Si pensi che un rito fondante l’identità e la religione ebraica, come Pesach, il sacrificio pasquale, nasce come opposizione alla sensibilità e alla religione egiziana.
Quando il Faraone aveva proposto a Mosè di fare i sacrifici in Egitto, Mosè gli aveva detto che se gli ebrei avessero sacrificato animali venerati dagli egiziani avrebbero rischiato la lapidazione da parte di gente offesa.
Ma il giorno prima della piaga dei primogeniti e dell’uscita dall’Egitto il sacrificio viene fatto, pubblicamente e per ordine divino.
Niente di “politically correct”; al contrario la dimostrazione della sconfitta di un sistema.
In tempi biblici si ironizzava sui nomi degli dei, Ba’al (Il signore) diventava Bòshet (la vergogna); Ba’al Zevùl (Il signore del luogo sacro) diventava Ba’al Zevùv (il signore della mosca).
Su questa linea partono i primi cristiani che trasformarono Ba’al Zevùv da divinità a principe dei diavoli: Belzebù».

Yahweh aveva mandato un flagello che aveva ucciso 24.000 persone. Questo “perché i suoi avevano iniziato ad avere rapporti con donne moabite – discendenti dirette di Lot, nipote di Abramo – e a offrire sacrifici all’Elohim dei moabiti, una divinità di nome Kamosh, conosciuto anche come Bahal-Peor (“signore del monte Peor”, un’altura di Moab): una divinità di origine cananea associata alla licensiosità delle pratiche sessuali.

Per inciso, il nome di questa divinità, traslitterato in greco con il nome di Belfegor, è derivato il nome di uno dei tanti principi della demonologia cristiana inventati dalla teologia: Belfagor.

Così come da Baal-zavuv (probabilmente “Signore delle mosche”) è stato fatto derivare l’altrettanto fantasioso Bezebù.

 

Un articolo di Mauro Biglino

 

 

 

 

 

Note:

[1] SHALOM – n.2 pag.22 Febbraio 2015]

 

 

 

 

Marcello Pamio: la commercializzazione della malattia

commercializzazione della malattia

Ivan Illich: la classe medica è «una grave minaccia per la salute»

commercializzazione della malattia

Ivan Illich

Quando nel 1886 Lev Tolstoj pubblicò per la prima volta il racconto La morte di Ivan Il’ič, nel quale affronta i temi della morte e della medicalizzazione della vita, non poteva sapere che molti anni dopo un altro Ivan Illich (1926-2002) avrebbe cercato di metterci in guardia dall’espropriazione della salute perpetrata dalla classe medica.

Illich, grande filosofo e pedagogista austriaco, nel suo libro Nemesi medica (1976), descrive tale espropriazione come diretta conseguenza dell’operare di una classe medica «diventata una grave minaccia per la salute».

Medicalizzare l’esistenza significa trasformare qualcosa che normalmente fa parte della natura umana in un processo passibile di trattamento medico.

Illich sapeva in anticipo che la medicalizzazione della salute, vale a dire l’assunzione totale della vita sotto l’egida della medicina scientifica, poteva contribuire da una parte a prevenire qualche male, producendone però uno di portata epocale: una percezione totale di precarietà fisica.

Viviamo in un infondato terrore della malattia?

La conferma della fondatezza dell’ipotesi di Illich è sotto gli occhi di tutti: persone che vivono in un perenne stato di preoccupazione e malessere inerenti alla salute, nonostante la società medica più progredita della storia.

Neppure la mente fervida e futuristica di Illich poteva però prevedere quello che l’industria farmaceutica sarebbe riuscita a realizzare: trasformare centinaia di milioni di persone oggettivamente sane in malati da drogare. Possiamo così concordare con quanto detto da Allen Frances, medico e psichiatra:

«Il modello di business dell’industria farmaceutica è basato proprio sull’allargamento della sfera delle malattie: il marketing creativo serve ad ampliare il bacino di clienti, convincendo chi è probabilmente sano a ritenersi almeno moderatamente malato».

La dott.ssa Marcia Angell, invece, nel documentario Inventori di malattie riguardo a tale strategia ha detto:

«Il mercato più grande per i farmaci è la gente sana. […] L’obiettivo delle lobbies è ovviamente vendere il maggior numero di farmaci a gente sana o con piccolissimi e insignificanti disturbi. Per fare questo le aziende vendono più la malattia che il farmaco. Se riescono a convincere le persone sane che queste hanno una malattia che va curata, allora riescono a creare un blockbuster, cioè un farmaco che vale 1 miliardo di dollari di prescrizioni».

Cos’è la commercializzazione della malattia?

La commercializzazione della malattia è l’arte raffinata di vendere malanni, un modo efficace per spacciare farmaci ed esami che portano a profitti enormi.

Tale commercializzazione richiede una regia ben precisa, degli attori principali, secondari e molte comparse: le aziende farmaceutiche (registi e produttori) devono per forza di cose coinvolgere i medici (attori protagonisti) per prescrivere le ricette, devono coinvolgere i ricercatori (attori non protagonisti) che inventano veri e propri nuovi disturbi, i gruppi di pazienti e/o famigliari di malati (comparse) che richiedono a gran voce un supplemento di terapia, e infine i pazienti veri e propri che richiedono tali farmaci perché convinti di essere malati (spettatori incoscienti).

commercializzazione della malattiaNel mio libro La Fabbrica dei Malati (2022), mi sono posto l’obiettivo di svelare la trama e la sceneggiatura di questo “documentario”, visto e vissuto ogni anno da centinaia di milioni di persone…

Soltanto se si conosce esattamente come lavora il Sistema si è in grado di difendersi. Le persone prive di una corretta e completa informazione finiranno tutte stritolate dalla macchina infernale del marketing farmaceutico. È solo questione di tempo…

Nel citato documentario Inventori di malattie si racconta inoltre che «oggi che le leggi della finanza e del profitto hanno invaso ogni ambito della vita umana, anche la salute – bene primario per eccellenza – è divenuta luogo di grandi poteri e di enormi affari. Il malato oggi non è più uomo, ma consumatore. È un grande business».

Questo è un fenomeno che ha un nome preciso: Disease mongering, ovvero la commercializzazione delle malattie.

Il Disease mongering riguarda la definizione di malattia, e portato agli estremi si traduce nella creazione di nuove malattie. In pratica consiste nel prendere delle normalissime sensazioni ed esperienze delle persone e definirle malattie.

 

Un articolo di Marcello Pamio

Tarocchi di Marsiglia: scoprire l’inconscio con gli Arcani maggiori

tarocchi

Tarocchi di marsiglia, immagini simboliche

«Non posso dirti se incontrerai un uomo, ma posso dirti perché non lo incontri». Alejandro Jodorowsky

I tarocchi sono un libro fatto di immagini simboliche con diversi significati.

A seconda della domanda che viene posta o della situazione in cui si trova il consultante emerge un significato anziché un altro.

Se la domanda ad esempio è su una scelta: “È meglio scegliere quel lavoro o quell’altro?”, i tarocchi descrivono come si sentirebbe il consultante se optasse per uno o per l’altro.

Non è quindi “leggere il futuro” ma è piuttosto una “porta” che permette una visione, un entrare dentro di sé…

La scelta, un esempio pratico con i tarocchi

tarocchiAd esempio chiedo ai tarocchi di Marsiglia: “È meglio per me lavorare come dipendente in un ufficio o fare l’imprenditore e avere un lavoro dinamico?”

Supponiamo che escano:

• per la prima opzione l’Appeso e il Sole.
• e per la seconda opzione il Carro e l’Imperatore.

Sono due visioni in cui le carte fanno vedere che un lavoro da dipendente (l’Appeso dipende da qualcuno in senso positivo o negativo) può portare al successo, mentre la seconda visione mi dice che non sono fatto per un lavoro (l’Imperatore) imprenditoriale (Il Carro). Viceversa, se fosse uscito il Sole e l’Appeso, la visione mi avrebbe mostrato che il successo è impedito se dipendo da qualcuno, e se fosse uscito l’Imperatore e il Carro avrebbe significato che il mio lavoro vola se tiro fuori la mia intraprendenza (tipica del carattere del Carro).

Futuro e destino

«Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino». C.G. Jung

Questo non significa leggere il futuro ma interpretare il nostro destino, ovvero quella che è la nostra natura che non possiamo forzare, ma solo accettare e migliorare.

Si può cambiare il proprio destino o natura? La risposta è sì!

Anche il modo in cui si pone la domanda è fondamentale. Chiedere “cosa devo fare?” non è una domanda precisa, perché…

  • Cosa devi fare per chi?
  • Per quale parte di te?
  • L’anima? La convenienza economica? Per il piacere, per paura, per sensi di colpa?

tarocchiPotresti dire ovviamente: “Per la mia felicità o la mia realizzazione!”, e già questo indicherebbe una direzione più precisa.

Chiedere cosa mi dà e cosa mi toglie – qualcosa o qualcuno – sarebbe la domanda più corretta, perché molti non sanno cosa siano la felicità o la realizzazione – e tante volte nemmeno le vogliono.

Chiedere ai Tarocchi “chi è il partner che mi dà di più?” è più corretto che chiedere “quale dei due partner devo scegliere?”. Questo perché potresti trovare un partner bello e affascinante che ti prende molto, ma che potrebbe poi rivelarsi un egoista narcisista che vampirizza chi gli sta accanto; e viceversa, potresti trovare un partner che apparentemente ti risulta antipatico, ma che ti arricchisce e ti fa evolvere.

La scelta della persona sbagliata dipende dalla persona che sei: se sei una persona abituata a soffrire, a fare la schiava, naturalmente ti innamorerai del narcisista.

E quindi, se il tarologo estraesse due carte per il narcisista, potrebbero uscire il Carro e il Bagatto, mentre per il partner migliore potrebbero uscire, per esempio, il Sole e il Mondo.

Libero arbitrio

I tarocchi fotografano visioni, scenari probabili esistenti in un multiuniverso (multiverso?) in cui ogni cosa potrebbe accadere simultaneamente, e in questo contesto noi “scegliamo” (o pensiamo di scegliere).

Anche qui la scelta o il libero arbitrio non è un’eredità scontata, ma una conquista. Gli animali non possono scegliere, ma sono obbligati ad agire dai loro bisogni, come noi.

Invece il libero arbitrio, la scelta, la conquistiamo giorno per giorno: quanto più evolviamo da animali a umani, e poi verso l’angelico, tanto più siamo padroni di noi stessi e liberi.

Liberi di fare cosa?

Di esprimere la nostra natura spirituale.

In un consulto, i tarocchi fanno vedere le cose per come sono. Ma poi è molto difficile accettare quella visione, perché ci fa vedere i nostri limiti, ovvero la nostra ombra. E la nostra ombra è tale proprio perché rimossa, perché non la si vuole vedere.

I tarocchi – e in particolare il mazzo di Marsiglia proprio perché fedele alla tradizione – permettono di evolvere perché ci fanno vede chi siamo, quello che ci piace quello che non ci piace.

Basta solo avere il talento di saperli ascoltare e interpretare.

 

Un articolo di Domenico Lisi